AUTORE/AUTRICE: Paula Hawkins
EDITORE: Piemme
PAGINE: 372
EDITORE: Piemme
PAGINE: 372
GENERE: Narrativa - Thriller - Psicologico
PREZZO: eBook € 12,99- Copertina rigida € 19,50
FORMATO: Cartaceo - eBook
FORMATO: Cartaceo - eBook
Quando il corpo di sua sorella Nel viene
trovato in fondo al fiume di Beckford, nel nord dell'Inghilterra, Julia Abbott
è costretta a fare ciò che non avrebbe mai voluto: mettere di nuovo piede nella
soffocante cittadina della loro adolescenza, un luogo da cui i suoi ricordi,
spezzati, confusi, a volte ambigui, l'hanno sempre tenuta lontana. Ma adesso
che Nel è morta, è il momento di tornare. Di tutte le cose che Julia sa, o
pensa di sapere, di sua sorella, ce n'è solo una di cui è certa davvero: Nel
non si sarebbe mai buttata. Era ossessionata da quel fiume, e da tutte le donne
che, negli anni, vi hanno trovato la fine - donne "scomode",
difficili, come lei -, ma mai e poi mai le avrebbe seguite. Allora qual è il
segreto che l'ha trascinata con sé dentro l'acqua? E perché Julia, adesso, ha
così tanta paura di essere lì, nei luoghi del suo passato? La verità, sfuggente
come l'acqua, è difficile da scoprire a Beckford: è sepolta sul fondo del
fiume, negli sguardi bassi dei suoi abitanti, nelle loro vite intrecciate in
cui nulla è come sembra.
Danielle Abbot, Nel per gli amici, è sempre stata una persona strana a
detta di tanti. Ossessionata dalle profondità dell’acqua già dalla tenera età,
usava recarsi spesso nel fiume che costeggia il posto dove vive, vale a dire
Brackford.
Purtroppo però successivamente il suo corpo viene trovato senza vita
sulle sponde dello stesso fiume che tanto amava.
"Esistono persone che sentono il richiamo dell’acqua: una specie di
sesto senso, qualcosa di ancestrale che le riporta sempre dove l’acqua scorre.
Io sono una di loro. "
I primi indizi conducono le
indagini verso morte per annegamento, portando quindi a pensare che la donna si
sia suicidata. È quando Jiulia, sorella di Nel torna a Brackford dopo anni e
anni di sparizione dal suo ambiente natio che si inizia a sospettare la
possibilità di un omicidio. Jiulia infatti continua a sostenere che la sorella
non si sarebbe mai uccisa, in particolar modo buttandosi nel fiume. Per
sostenere la sua tesi, la sorella della defunta deve rimboccarsi le maniche e
cercare di capire cosa è successo veramente anche se non è molto facile visto
che i loro rapporti si erano raffreddati ormai da molto tempo, portando Jiulia
a trasferirsi altrove.
"Eri disperata
Nel? Ti sei buttata? "
L’unica parente rimasta vicina a Nel oltre Jiulia è la
figlia Lena, una ragazza tutta fumo e parolacce che non dà minimamente segni di
aiuto nelle indagini. Ma come abbiamo già detto Nel non godeva di una buona
reputazione nel posto dove abitava, infatti ci sono molte persone che parlavano
mai di lei, considerandola pazza e troppo ossessionata dal “fiume delle
annegate”, esatto, questo è il nome del fiume dove poi è stata trovata morta.
Si vocifera infatti che da centinaia di anni molte donne sono morte in quel
fiume per annegamento perché troppo legate a uomini particolarmente
problematici.
Nel però non è l’unica vittima dei giorni nostri, qualche mese prima
infatti è morta annegata anche Kate, un’amica di Lena. La madre di Kate da quel
momento in poi ha sempre mostrato un forte odio nei confronti di Nel e Lena,
credendole in qualche modo responsabili dell’accaduto. Ma ci sono tante altre
persone che ruotano intorno al mistero: il professore della scuola, una
poliziotta, un poliziotto giovane, una famiglia alquanto strana, una vecchia
fiamma di Nel, una donna di mezza età quasi del tutto pazza, un bambino
spaventato e altri.
Come se non bastasse anche il passato di Jiulia è tormentato e unto di
prove utili. Che sia questa la giusta pista da seguire? Nel è morta veramente
per suicidio? è colpa di macabre credenze esoteriche insabbiate o forse è tutta
una montatura?
Ciò che penso a proposito di questo libro conferma
la mia sintonia con Paula Hawkins. In precedenza avevo adorato “La ragazza del
treno”, romanzo scritto dalla stessa autrice e stessa cosa posso dire ora di
quest’ultimo.
Sono molti i marchi di fabbrica che
rendono queste due opere facilmente attribuibili alla stessa scrittrice. Tanto
per cominciare in entrambi sono presenti tematiche molto forti e di “sottomissione”
di fronte al sesso maschile. Il femminismo soffre sempre, fa di tutto per
cercare di divincolarsi e alla fine riesce quasi sempre a spingersi verso uno
spiraglio di luce. Un altro fatto che rimanda palesemente alla Hawkins viene dato
dal fatto che in entrambe le opere la composizione dei capitoli si suddivide
per punti di vista dei personaggi principali. Personalmente adoro questo stile
di scrittura perché come ho già specificato sopra, riesce a mettere in ordine
le idee e le supposizioni che si potrebbe fare il lettore di fronte a tutti i
soggetti presenti nell’opera. Cosa secondo me molto importante in romanzi di
questo genere. I personaggi sono molto veri e quasi sempre hanno un passato
oscuro che viene smascherato solamente verso il finale.
Al di là delle analogie che fanno sembrare
anche questo romanzo altamente vincente come il precedente, in “Dentro l’acqua”
ho percepito una sorta di amaro in bocca. Il finale lascia invero davvero senza
fiato e l’ho trovato quasi ingiusto rispetto la dinamica della vicenda. Un
finale un po’ troppo subdolo direi. Tuttavia non dico che questo sia un errore poiché
potrebbe anche essere una scelta tutt’altro che scontata e che lascia ampio spazio
all’immaginazione.
Lo so, sono molto pignola, ma il mio
giudizio è strettamente soggettivo, visto che oggettivamente parlando è davvero
un bel trhiller anche se un pò meno rispetto a “La ragazza del treno”.
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