1/100.000 - Recensione

SCHEDA DEL MANGA

TITOLO: 1/100.000

TITOLO ORIGINALE: 10-manbun no 1
AUTORE/AUTRICE: Kaho Miyasaka
EDITORE: Panini Comics - Planet Shojo
GENERE: Shojo
PREZZO: € 4,50
NUMERI IN GIAPPONE: 5 in corso
NUMERI IN ITALIA: 1 in corso
DATA DI USCITA: Agosto 2017
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UNA STORIA D’AMORE SOSPESA TRA FAVOLA E ABISSO! Uno su centomila. Sono le probabilità di trovare l’anima gemella. Di vivere l’amore più dolce e crudele. Nel suo nuovo manga Kaho Miyasaka, già nota in Italia per varie opere, tra cui Il filo rosso, mette in scena una vicenda che ci farà sorridere e sospirare.



Rino Sakuragi è la protagonista di questo manga. Una ragazza che avevamo già incontrato precedentemente in un’altra opera di Kaho Miyasaka come personaggio secondario. Sto parlando de Il filo rosso, l’ultima opera pubblicata in Italia di questa autrice. Qui Rino era accompagnata da un altro personaggio meno importante, ovvero il bellissimo Ren Kiritani. A quanto pare l’autrice adesso ha deciso di dare più spazio a Ren e Rino in una nuova opera, vale a dire: 1/100000.

Rino è spaventata dall’amore perché in passato è stata ferita gravemente da altri ragazzi. Uno dei motivi per cui ha sofferto sono legati alle cicatrici che si trovano sulle gambe e che tenta di nasconde prontamente con la gonna. Cosa che ha dato modo a molti ragazzi di bullizzarla in passato.
Nonostante le sue paure, Rino si innamora segretamente di un bellissimo ragazzo conosciuto tramite il fidanzato della sua inseparabile amica Chihiro. Stiamo parlando di Ren Kiritani. 
La dolce fanciulla cerca in ogni modo di allontanarsi da questo ragazzo nonostante i suoi sentimenti. Ci riesce però con scarsi risultati perché Ren sta cominciando a diventare una vera e propria ventosa verso di lei. Ren infatti fa di tutto per incontrarla, attaccare bottone e cercare di aprirle il cuore. La schiettezza di Ren alla fine riesce ad addolcire lo scudo di pietra di Rino. La protagonista cede in un pianto liberatorio tra le braccia del suo amato.


Ebbene, non trovate strano che già dal primo numero i due protagonisti riescano ad abbattere le barriere e a fidanzarsi? Ovviamente sta per accadere qualcos’altro, qualcosa di molto tenace e difficile da sbrigliare. Le premesse sanciscono infatti uno shojo manga legato al dolore che può arrecare una grande malattia. 


Ho voluto “premiare” questo nuovo manga di Kaho Miyasaka valutandolo con tre stelline.  Perché dico così? Perché le opere precedenti di questa autrice, in particolare l’ultima, le ho trovate assolutamente deludenti. Solo la prima opera pubblicata in Italia di questa Mangaka aveva soddisfatto le mie aspettative, ovvero Lui il primo amore. Le successive si sono dimostrate un susseguirsi di disastri. Dalle prime impressioni, questo nuovo manga sembra voler denotare un forte cambiamento da parte della Mangaka che sta cercando di portare la trama su nuovi orizzonti pressoché delicati e difficili da affrontare, ma sicuramente emergenti.
Il tema della malattia, citata solo a fine volume mi ha davvero spiazzata. Lo ammetto, non me lo sarei aspettato. Probabilmente se avessi saputo dal principio che questo manga avrebbe pizzicato queste delicatissime note musicali, che se non suonate a dovere, possono solo stridere, avrei letto con più passione tutto il primo tankobon. Non mi aspettavo niente di nuovo, niente di meglio, soprattutto dopo aver scoperto che i protagonisti principali della serie sono quelli di contorno della sua ultima opera.
Ora posso dire che questo primo numero è stato puramente un incipit della vera trama di fondo che si cela dietro le solite storie d’amore che solitamente la Sakisaka racconta con una discreta dose di freddezza. Il cambiamento però è alle porte.

Non ho osato regalare a questo manga più stelline solamente perché ho paura di come possa continuare. Spero con tutto il cuore che i prossimi numeri non mi deludano, per adesso posso dire che l’inizio sembra promettere bene.
Che dire? Ho adorato Ren. È semplicemente bellissimo, molto di più dei precedenti protagonisti maschili delle altre opere. (Secondo i miei gusti ovviamente!) Ren oltretutto è deciso, schivo e vuole andare dritto al sodo, ma con una buona dose di dolcezza. La stessa cosa non si può certo dire della protagonista, visto che si presenta come la solita ingenua che cade perennemente dalle nuvole. I personaggi di contorno, che nell’opera precedente erano protagonisti, li ho trovati alquanto fastidiosi, forse perché ne Il filo rosso li ho semplicemente odiati per il loro scarso spessore.
I disegni della Sakisaka sono sempre quelli, molto belli, ma a mio parere un po troppo distaccati, freddi. Cosa che se non stessimo parlando di uno shojo manga, non verrebbe vista come un difetto. Ma ahimè, la Mangaka tenta a tutti i costi di far apparire le sue opere come degli OTTIMI prodotti catalogati come shojo manga. A mio parere il risultato finale lascia solo scarsi risultati.  



With love,


Il mio cuore e altri buchi neri - Recensione

SCHEDA DEL LIBRO

TITOLO: Il mio cuore e altri buchi neri 
AUTORE/AUTRICE: Jasmine Warga
EDITORE: Mondadori - I grandi
PAGINE: 260
GENERE: Young Adult - Romance - Drammatico
PREZZO: eBook € 4,99- Copertina rigida 17,00 
FORMATO: Cartaceo - eBook
DATA DI USCITA: Maggio 2015
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Aysel ha sedici anni, una passione per la scienza e un sogno che coltiva con quotidiana dedizione: farla finita. Tutto ormai sembra convergere in quel buco nero che è diventata la sua vita: i compagni di classe che le parlano alle spalle, un lavoro deprimente, il delitto commesso da suo padre che ha segnato per sempre il suo destino. Aysel vorrebbe sparire dalla faccia della Terra, ma le manca il coraggio di farlo da sola. Per questo trascorre il tempo libero su "Dipartite serene", un sito di incontri per compagni... di suicidio. Roman, perseguitato da una tragedia familiare e da un segreto che vuole lasciarsi alle spalle, è il prescelto. Eppure, proprio nell'attimo in cui stanno per abbandonarla, la vita potrebbe mostrare il suo lato leggero, dolce e pieno.
Non è per niente facile la vita di Aysel. Una ragazza di soli sedici anni che non sembra più vedere un futuro felice di fronte a sé. La sua grande infelicità si riflette in tutto quello che fa: nella vita famigliare, nel lavoro, nella scuola e nei rapporti con le persone in generale. Andando a scavare nel suo animo andiamo però a scoprire che il vero problema di fondo è celato in suo padre, vale a dire un assassino molto noto che si trova tuttora in prigione. Ad Aysel spaventa terribilmente la frase: “tale padre tale figlia” ed ha paura che tutti la giudichino male per via delle sue radici. Non riuscendo a sopportare questo gene dell’assassinio a suo parere inevitabile, cade in depressione. Morale della favola: la ragazza vuole farla finita.
La scelta suicida però è ovviamente moderna e tecnologica visto che vuole affidarsi al sito “Dipartite Serene”, una community popolata da persone che come lei, vogliono andarsene per sempre da questo mondo. Qui conosce un certo FrozenRobot, un ragazzo con cui organizza il suo futuro suicidio. Il 7 aprile sembra essere il giorno perfetto per entrambi.
Roman, il vero nome di FrozenRobot, possiede ovviamente anch’esso un passato oscuro celato dietro al suo sorriso tirato. Proprio per questo i due iniziano ad aprirsi inevitabilmente a vicenda. 
Il tempo passa e Roman non sembra presentarsi solo come il compagno di suicidio, ma anche come un amico fidato, con cui riesce a sfogarsi e ad essere in parte se stessa. Perché solo in parte? Semplicemente perchè non le ha ancora svelato chi è veramente suo padre. Ma, se entrambi hanno deciso di farla finita, perché Aysel si fa tutti questi problemi ad aprirsi con lui? Cosa prova veramente Aysel? 


"Prima sembrava tutto definitivo, inevitabile, già scritto. Ma adesso comincio
 a credere che la vita abbia in serbo più sorprese di quanto m'immaginassi.
 Forse è tutto relativo, non solo luce e tempo come teorizzato da Einstein,
 ma ogni singola cosa. Tipo che ti sembra tutto terribile e senza via 
d'uscita finché l'universo non fa un piccolo scatto, il punto di vista
 cambia e di colpo diventa tutto più sopportabile."




La bellezza di questo romanzo non si nasconde solo nella storia d'amore che via via si instaura tra i personaggi. Forse dalle ultime frasi che ho scritto riguardo la trama di questo libro potrebbe trasparire questo, ma in realtà c'è molto di più, purtroppo però non posso dirvi nulla, altrimenti vi rovinerei le sfumature importanti celate negli ultimi capitoli di questo libro.
Una tematica molto difficile da affrontare all’interno di un libro per ragazzi è sicuramente la depressione. Un Argomento molto delicato e difficile da affrontare visto che il più delle volte può apparire pressoché distruttiva in alcune persone. L’autrice tramite questo libro vuole però specificare che nel baratro che attanaglia l’animo umano, il più delle volte può nascondersi una luce, una luce che può diventare in maniera quasi impercettibile sempre più forte. Ci accorgiamo di questa luce quando ormai ci è già venuta in soccorso: la luce può salvarci. Ciò che ho amato di più di questo libro è il “modo” in cui questa luce si presenta, per niente scontata fino all’ultimo.
Un altro fatto che ho trovato molto particolare e che mi ha lasciato un buon sapore è sicuramente il famoso “tarloche mangia ad ogni pagina un pezzo di anima della nostra protagonista, lasciandole così un buco nero di depressione sempre più grande. Ho semplicemente amato questa simbologia profonda e assolutamente ben riuscita perché dona al libro un tocco poetico e tormentato ancora più forte.
La Warda tuttavia ha affrontato questi importanti temi in modo molto semplice, perché ricordiamo, stiamo parlando di un libro adolescenziale. Lo stile di scrittura è pulito, semplice e si arriva subito al punto senza lasciare spazio a inutili orpelli. Anche per questo a mio parere la lettura è molto scorrevole e assolutamente adatta al target di riferimento.
L’ho iniziato a leggere perchè mi sono fatta trasportare dal giudizio di alcune persone che seguo. In realtà al di là di questo, inizialmente la lettura non mi convinceva più di tanto perché credevo che il tema potesse essere affrontato in maniera troppo superficiale visto che stiamo parlando di uno Young Adult. Ebbene, pagina dopo pagina mi sono ricreduta sempre di più. Più andavo avanti nella storia e più riuscivo ad entrare nel cuore della nostra protagonista, più entravo in sintonia con lei e più un tassello della mia anima si distruggeva insieme al suo.
Come se non bastasse poi, per molto tempo ho creduto fermamente di conoscere già il finale, ma l’autrice ha annullato completamente questa mia tesi lasciandomi stupita e col fiato sul collo visto che gli ultimi capitoli sono stati davvero adrenalinici.


A chi lo consiglio? A chi si sente molto giù, a chi si è trovato molto vicino a queste situazioni per niente facili da affrontare. È sicuramente un libro molto negativo inizialmente, ma la morale è sicuramente positiva: c’è speranza, c’è sempre speranza.  Aiutiamoci facendoci aiutare e la luce tornerà. 

With love,




Chiamatemi Anna - Recensione



SCHEDA DEL TELEFILM

TITOLO: Chiamatemi Anna ( Anne with an e )

DISTRIBUZIONE: Netflix
SCENEGGIATURA: Moira Walley-Beckett
STAGIONI: 1° ( 2° appena confermata )
EPISODI: 7
GENERE: Drammatico - Nostalgico
DURATA: 45 min a episodio circa
PAESE: Canada
DATA DI USCITA: Maggio 2017
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Dopo aver trascorso la propria infanzia in diversi orfanotrofi, la giovane Anna viene mandata per errore a vivere con gli anziani fratelli Marilla e Matthew Cuthbert. Dopo un'iniziale diffidenza nei confronti di Anna, i due fratelli cominceranno a conoscerla meglio, e la bambina cambierà per sempre le loro vite.


Tornano sul piccolo schermo le avventure della bambina orfana dai capelli rossi più famosa che c’è. La piccola Anna Shirley del telefilm firmato Netflix ne ha passate davvero tante nei suoi 13 anni di vita. Basti pensare che ha lavorato in una famiglia alquanto spostata con otto figli a carico per molto tempo, per poi essere sconquassata a destra e manca nelle “grinfie” di un orfanotrofio dove, si sa, la vita non è mai rose e fiori. Finalmente però arriva il giorno in cui la nostra piccola protagonista può tirare un sospiro di sollievo: le viene infatti comunicato di essere stata adottata da una famiglia. L’ euforia scaturisce da tutti i pori, ma ahimè, è destinata a reprimersi in men che non si dica, visto che c’è stato un errore. La famiglia Cuthbert, in realtà aveva chiesto espressamente un maschio. Marilla e Matthew Cuthbert, ovvero degli anziani fratelli senza consorte alcuno, devono infatti fare i conti non solo con la vecchiaia che incombe, ma anche con la tenuta che ormai sta diventando troppo difficile da mantenere costantemente attiva.  È questo il motivo per cui essi necessitano di un ragazzo forte e con esperienze di lavoro sulle spalle. Ovviamente Anna non sembra fare al caso loro, ma impietositi dal suo trauma dovuto alla consapevolezza dell’errore accaduto, cedono ad accoglierla per qualche giorno. 
La cosa non sembra finire qui, infatti la ragazzina oltre tutto il dolore che si trova a dover patire solo per via del suo sesso, viene accusata ingiustamente quasi da tutti i cittadini che incontra.  La discriminazione è potente di fronte ad un’orfana dai capelli bizzarri, dalla corporatura esile e dalle continue corbellerie che sembra non riuscire a trattenere. 
E se sotto le spoglie di questo piccolo scricciolo pelle e ossa, capelli vermigli e sguardo trasognato si celasse in realtà un genietto oltre che una perfetta lavoratrice?
 
In molti si fanno questa domanda: “Avevamo veramente bisogno di questo remake?” La mia risposta è assolutamente Sì.
Questo telefilm mi ha letteralmente conquistata, anzi oserei dire travolta. Mi ha emozionato come pochi sono riusciti a fare. Sembra aprirti il cuore a metà, per poi riempirlo di sentimenti veri, profondi e travolgenti, ricucendo poi la lesione con fili poetici e delicati. Un capolavoro. 
 Non ho mai letto l’omonimo romanzo di Lucy Maud Mongomery, ma posso dire di essere cresciuta con il famoso anime giapponese prodotto dalla Nippon Animation nel lontano 1979. La mia “esperienza” con Anna non può non farmi adorare l’attrice (selezionata dopo ben 1800 audizioni) e l’adattamento che ha tirato fuori Netflix dal cilindro. Innanzitutto l’attrice non somiglia ad Anna, lei E’ Anna a trecentosessanta gradi! Oltre questo anche tutti gli altri attori, le ambientazioni e il ritmo narrativo fanno sì che questa piccola serie tv costituita da soli 7 episodi sia un vero e proprio gioiellino. Ogni personaggio è dotato di una forte caratterizzazione. Personaggi molto particolari e tutti con un passato almeno in parte tragico. In particolare la nostra Anna che riesce a catturare tutti con il suo grande entusiasmo per le piccole cose e per la sua continua immaginazione ricca di fantasia. Anche questa nota ha catturato la mia anima.
Oltretutto credo che questo prodotto si adatti perfettamente sia ai nostalgici che alle nuove generazioni perché sebbene sia ambientato a fine 800, i temi che vengono trattati al suo interno sono più che attuali. A cominciare dal bullismo, dall’adolescenza tormentata, dalla differenza di ceti sociali, fino ad arrivare all’emancipazione della donna che non deve più necessariamente badare alla prole, ma farsi strada da sola. 
Ho grandi aspettative riguardo la seconda stagione che spero arrivi il prima possibile sui nostri schermi.
Vogliamo poi parlare della sigla di apertura? Un lavoro assolutamente ECCEZIONALE!  Editing di opere in stile Klimt fatte su tela e di grafiche fiabesche rendono quest'opera veramente particolare e perfettamente in sintonia con l''opera. Veramente appetibile. Ogni tanto la riguardo ancora eheheh! 
Che altro dire? Se amate il clima canadese dei fattori, delle storie profonde, tormentate e con i sani valori di una volta, questo telefilm fa al caso vostro. 

With love,



Come dopo la pioggia - Recensione

SCHEDA DEL MANGA

TITOLO: Come dopo la pioggia

TITOLO ORIGINALE: Koi wa ameagari no youni
AUTORE/AUTRICE: Jun Mayuzuki
EDITORE: Star Comics
GENERE: Seinen - Romantic
PREZZO: € 4,50
NUMERI IN GIAPPONE: 6 in corso
NUMERI IN ITALIA: 2 in corso
DATA DI USCITA: Giugno 2017
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Akira Tachibana è una ragazza molto bella, una di quelle per cui la maggior parte degli uomini perderebbe la testa. Nonostante sia decisamente fredda e distante, il suo compagno di scuola Yoshizawa spera di riuscire a conquistarla, anche se lei sembra avere altro per la testa...
Era un giorno di pioggia quando Akira si rifugiò in un family restaurant dove un direttore particolarmente gentile le offrì un caffè e un bellissimo sorriso, tanto da invogliarla a tornare nel locale... e farsi assumere come cameriera! Possibile che una ragazza come lei si sia innamorata di quell'uomo di quarantacinque anni, divorziato e per di più con un figlio a carico?!


L’atletica leggera è sempre stato lo sport preferito di Akira Tachibana, ma quando si ferisce gravemente a causa dei troppi allenamenti diventa impossibile per lei continuare a coltivare tali passioni. Nonostante ciò, la vita della nostra protagonista è destinata a prendere tutta un’altra piega. Durante una giornata di pioggia infatti, mentre sorseggia un caffè all'interno di un Family Restaurant, le viene offerto di lavorare come cameriera nel medesimo locale. Lei accetta senza mezze misure.
Il manga viene introdotto proprio qui e stessa cosa vale per Tachibana che ci viene presentata come un cameriera dalla bellezza disarmante, ma anche riservata, taciturna e dallo sguardo sempre truce. In realtà è solo apparenza perché questa maschera nasconde un animo molto sensibile, romantico, ingenuo e dolce.  Nel Family Restaurant non ci viene presentata solo la protagonista, ma anche vari colleghi tra cui: una ragazza un po’ superficiale e sulle nuvole, due ragazzi invaghiti di Tachibana con un modo tutto loro di farle la corte, e il quarantene direttore del ristorante.
Tachibana si innamora ben presto del soggetto più improbabile: il direttore del negozio. Un uomo non solo avanti con gli anni, ma anche con un figlio a carico, con evidenti calvizie, senza polso e dall'aspetto tutt'altro che affascinante.
Come può una giovane fanciulla così bella e perfetta provare un sentimento tanto assurdo verso una persona così tanto diversa da lei?

Ho trovato questo primo numero veramente magnifico. Ho grandi aspettative per questo manga. Premetto che non sono un’amante del genere Seinen, ma questo mi ha letteralmente conquistata. In esso non si cela solamente un manga per uomini in quanto la vera protagonista della vicenda è una liceale e le tematiche che vengono affrontate sono quelle che troviamo tipicamente in uno shoujo manga, vale a dire l’amore, il sentimento elevato all’ennesima potenza, la scoperta dell’amore, dei rapporti interpersonali e la crescita personale. L’autrice ha quindi creato un mix di generi davvero vincente che le hanno dato la possibilità di accaparrarsi una maggior fetta di pubblico. Inoltre in questo manga i sentimenti che vengono narrati sono purissimi e dolcissimi, nonostante il nostro protagonista maschile sia tutto fuorché un bel ragazzo che fa battere il cuore a noi giovani lettrici.

Per quanto riguarda la storia un altro fatto che mi ha particolarmente colpita sono i personaggi ben caratterizzati. Pensiamo infatti che Tachibana non è la solita ragazza innamorata del ragazzo più bello della scuola. Lei ama le cose strane, quelle che non piacciono a nessuno, quelle particolari, quelle “diverse”. Per la prima volta viene messa in luce un’altra visione del mondo e delle cose. “Se avessimo tutti gli stessi gusti sarebbe un gran problema, meno male che non è così”, questa è la frase che a mio parere descrive meglio questo manga dal primo numero. Sono modi di vedere la vita meno stereotipati, ma ciò non toglie che queste situazioni possono veramente presentarsi nella realtà. 
C’è molto da dire anche per quanto riguarda il lato illustrativo. Prima di tutto trovo questo stile molto particolare e “antico”, mi ricorda tantissimo lo stile dei manga stile anni 80-90, pur con qualche attualizzazione che rende l’opera assolutamente avanti con i tempi (a partire dal tema portante della storia). Soprattutto il viso femminile, i capelli e gli occhi mi ricordano tantissimo questo.
Trovo che lo stile si avvicini molto a quello dell’autrice Aki Iriee per quanto riguarda “Il mondo di Ran”. Badate bene, gli stili sono molto diversi, ma l’atmosfera di nostalgia che si respira è la stessa a mio parere. Inoltre anche lo stile di lettura, di narrazione, mi ha lasciato in bocca lo stesso sapore stile anni 80-90. Impostazione delle tavole molto semplice ed incisiva, spesso molto silenziosa, con pochi dialoghi, cosa che fa spaziare l’immaginazione ( molto in stile Mitsuru Adachi ). 

With love,


Absence - Recensione

SCHEDA DEL LIBRO

TITOLO: Absence - Il gioco dei quattro
AUTORE/AUTRICE: Chiara Panzuti
EDITORE: Fazi Editore, collana LainYa
PAGINE: 350
GENERE: Young Adult Fantasy Paranormal
PREZZO: eBook € 6,99 - Copertina flessibile 15,00 
FORMATO: Cartaceo - eBook
DATA DI USCITA: Giugno 2017
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Viviamo anche attraverso i ricordi degli altri. Lo sa bene Faith, che a sedici anni deve affrontare l'ennesimo trasloco insieme alla madre, in dolce attesa della sorellina. Ecco un ricordo che la ragazza custodirà per sempre. Ma cosa accadrebbe se, da un giorno all'altro, quel ricordo non esistesse più? E cosa accadrebbe se fosse Faith a sparire dai ricordi della madre?


Il tema portante che viene affrontato in questo libro è molto profondo e moderno: l’assenza. Questo termine può essere interpretato in modi differenti: non esserci, non essere presenti, scomparire, morire.  Chiara Panzuti con il suo libro ha voluto portare alla luce tutti questi sinonimi. Essere assenti però il più delle volte può essere una conseguenza di quello che ci capita attorno.

Faith è una ragazza “assente” nella sua vita di tutti i giorni: non è la punta di diamante della propria classe, non è importante ciò che pensa né come agisce e non sembra brillare di luce propria. Nonostante ciò, Faith ha una mamma incinta della propria sorellina che stravede per lei e questo sembra colmare tutto il suo vuoto. Ad un certo punto però la nostra protagonista diventa completamente assente: nessuno riesce più a vederla, tanto meno sua madre che come se non bastasse, si è completamente dimenticata della sua esistenza. In questo momento Faith comprende a fondo il vero senso della sparizione, del non essere presenti nemmeno visivamente per qualcuno. Da qui parte la sua ricerca per ritornare a essere visibile al mondo intero o quanto meno per l’unica persona che l’ha sempre fatta sentire presente. Faith però non è “sola” nella sua assenza. Ben presto infatti si forma il quartetto principale di individui invisibili che compone la storia: Faith, Jared, Scott e Christabell.  Tutti soggetti che nella vita reale erano insoddisfatti e poco visibili, proprio come Faith. 
In questa invisibilità la nostra protagonista riesce a trovare almeno un appiglio, visto che nasce un grande feeling con Jared, la sua bussola, colui che la fa puntare sempre verso il nord. I protagonisti vagano tra mille peripezie cercando con i pochi strumenti che gli vengono forniti di “tornare a vedere e ad essere visti”, partendo per viaggi ignoti in giro per il mondo fino ad arrivare a De Quito e in Cile.
Absence è solo il primo capitolo di una trilogia che parla della nostra invisibilità, perché non sempre quello che vediamo lo guardiamo come in realtà dovremo fare.

Da come si è potuto intuire, il punto di forza di questo romanzo viene dato dalla profondità dei sentimenti, dai simbolismi e dall'introspezione dei personaggi principali. Tuttavia ci sono anche altre peculiarità che danno a questo romanzo una marcia in più. Mi riferisco alla caratterizzazione dei personaggi e allo stile di scrittura.
I personaggi sono molto reali. La loro caratterizzazione è svolta in modo egregio e i loro modi di agire si incastrano perfettamente tra di loro. Jared è razionale, gentile e fortemente determinato a proseguire la ricerca; Scott è ironico, apparentemente superficiale e attratto dal gentil sesso; Christabell è un’inguaribile pessimista irritabile e poi c’è Faith, probabilmente l’unico personaggio un po’ più difficile da inquadrare, fortemente ancorato alla sua famiglia e ai suoi pensieri interiori.

Come ho specificato il secondo punto focale è lo stile di scrittura. L’autrice opta per la poesia e ci si butta a capofitto nella sua opera. Ogni singola frase sembra essere ricamata da mani amorevoli e intrise di sentimento. Reputo che questa caratteristica può essere apprezzata o meno a seconda del nostro modo di vedere le cose. Per quanto mi riguarda amo i simbolismi struggenti, ma mi è sembrato un po’ eccessivo rendere la trama intessuta al millesimo paragrafo con questo stile. Ovviamente questo è un giudizio personale. J

With love,